Cani addestrati a salvare pazienti diabetici: il progetto Serena

Diciamoci la verità: in molti casi i cani sono degli eroi per il solo fatto di sopportare gli umani che gli stanno vicino. Esistono poi delle condizioni eccezionali che rendono il cane un eroe grazie al suo intervento. Pensiamo al cane che avverte i familiari di un incendio o di una fuga di gas, o di quello che abbia sventando una rapina.

Adesso il numero di questi atti eroici potrebbe aumentare considerevolmente, grazie al Progetto Serena (trovate le informazioni sul loro sito).

Di cosa si tratta? di educare il cane a riconoscere un calo glicemico nei malati di diabete e di intervenire così da chiamare aiuto. Fantascienza? Niente affatto! Al contrario è vera scienza, e questo perchèil calo glicemico comporta dei cambiamenti a livello molecolare che si ripercuotono sull’odore del malato stesso. Una volta che il cane ha capito cosa sta succedendo può intervenire in molteplici modi:

  • abbaiare
  • leccare la mano
  • urtare il muso
  • chiedere aiuto

Ovviamente a seconda delle circostanze e di ciò che gli è stato insegnato.

E’ proprio Roberto Zampieri, fondatore del progetto, che spiega

Le basi sono scientifiche – dice all’ANSA – e sono legate a quello che succede nel nostro corpo in caso di crisi glicemica, sia che colpisca bambini o adulti. Il resto lo fanno l’olfatto del cane, ma soprattutto la stretta relazione uomo-animale

Ma quali sono i cani adatti a questo compito?

E qui è la cosa bella; tutti! Se un paziente ha già un cane questo può venire educato a compiere queste attività. Ovviamente sarebbe meglio se il cane non fosse troppo anziano, e questo non certo perchè un cane anziano non può imparare, ma perchè ha tempi di veglia più ridotti rispetto ad un cane giovane.

Quanti sono i cani già operativi?

Al momento, considerato che l’addestramento dura due anni, i cani pronti sono venti. Altri trenta sono in dirittura di arrivo. E’ un percorso lungo, al quale sono stati avviati già 120 esemplari.

Dove operano questi novelli soccorritori?

Tra le mura domestiche. Proprio perchè è necessario che vi sia uno stretto legame tra animale e paziente i cani sono dislocati in tutta Italia, e questo nonostante il progetto sia partito a Verona. Grazie all’intervento di privati – che si sono resi disponibili ad aiutare – la Onlus ha potuto abbattere i costi di formazione.

 

E voi che ne pensate?