Abbiamo già parlato di alcune iniziative encomiabili che vedono i cani coinvolti nelle attività ospedaliere. Basti pensare al Gaslini di Genova, dove i cani possono alleviare le sofferenze di pazienti e familiari del reparto di pediatria, oppure in Lazio, dove i migliori amici dell’uomo possono entrare a dare conforto ai proprietari ricoverati.

Inoltre sono sempre più frequenti i tentativi di utilizzare i cani nella prevenzione delle malattie, così come nella gestione delle crisi.

Un’iniziativa che però non si era mai vista prima (ma che mi auguro venga ripresa quanto prima) è quella di Vancouver, dove 3 Springer Spaniel sono stato addestrati per cercare focolai di batteri all’interno degli ospedali.

Ebbene, in 18 mesi di lavoro i tre spaniel hanno identificato la bellezza di 400 fonti di infezione, e questo sia in luoghi definiti “normalmente a rischio” che in luoghi che sino ad ora erano  considerati sicuri.

Come si svolgono le operazioni?

Tenendo presente che le squadre di ricerca devono operare all’interno di una struttura ospedaliera, dove spesso i pazienti non hanno piacere di essere avvicinati e magari stanno vivendo dei drammi, per il momento ci si è concentrati sull’ottenere dei risultati tangibili in poco tempo.

Di conseguenza la routine di controllo prevede che i cani non interagiscano con i pazienti ma che effettuino i controlli in aree diverse, quando i pazienti non sono presenti.

I primi risultati

Come dicevamo all’inizio in 18 mesi sono stati identificati ben 400 fonti di infezione possibile, alcune mai considerate in precedenza.

Di conseguenza sono state apportate delle modifiche sia ai protocolli di sicurezza e pulizia, sia l’adozione di nuovi apparati al fine di scongiurare epidemie.

Il tutto ad un costo inferiore – e in minor tempo – rispetto ai costi di analisi di laboratorio

Insomma: i 3 springer spaniel stanno facendo risparmiare denaro e velocizzano il miglioramento delle condizioni igieniche dell’Ospedale!