Negli ultimi anni quasi una famiglia su due ha acquistato un cane. Se da un lato questo indica un’attenzione maggiore nei confronti degli amici a quattro zampe dall’altro apre uno spiraglio imprenditoriale legato ai servizi da fornire a tutte quelle famiglie che, per motivi diversi, possono aver bisogno di una pensione, un dog sitter ecc.

Una delle attività sulle quali riceviamo più richieste è quella della pensione, e abbiamo quindi deciso di approfondire l’argomento.

Chi può aprire una pensione per cani?

La prima cosa da chiedersi è se si hanno o meno i requisiti base per fare domanda. Per aprire una pensione è necessario che abbiate:

  • Una partita Iva
  • L’iscrizione alla Camera di Commercio
  • Licenza comunale
  • Certificazione di idoneità della struttura da parte dell’Asl

Oltre a questi adempimenti burocratici tenete conto che badare a più cani non è equivalente a badare al proprio cane. E’ un impegno costante che prendete e che vi impegnerà per tutta la giornata.

Quindi chiunque voglia aprire un’attività simile dovrà essere un vero amante della natura e degli animali, nonché disposto a trascorrere parecchie ore al giorno a passeggio, a fare le pulizie dei box e a gestire le necessità di ogni esemplare vi venga affidato.

Quali sono i costi per aprire una pensione?

Qui iniziano le dolenti note. Per attrezzare una pensione di tutte le dotazioni necessarie parliamo di un investimento importante, che si aggira sui 40mila euro.

E’ ovvio che parte di questo investimento può essere variabile, e dipende da parecchi fattori; se avete un terreno di vostra proprietà, se avete già un’area che desiderate ingrandire, o anche se l’area che avete individuato è munita di sistema fognario, sono tutte cose che possono incidere notevolmente sul costo finale.

Di norma le regioni, per prevenire il randagismo, spesso erogano dei fondi volti ad incoraggiare questo tipo di attività, ma essendo un contributo regionale che varia annualmente il suggerimento è quello di informarsi di volta in volta.

Quali sono i requisiti minimi della pensione?

Abbiamo alcune caratteristiche che sono regolate dalla normativa e che stabiliscono, senza girarci troppo intorno, che:

  • La pensione deve essere ubicata ad una distanza minima dal centro, così da non disturbare i residenti con l’abbaiare dei cani. Questa distanza la trovate el Piano regolatore del Comune
  • La pensione deve essere ubicata in una zona arieggiata e ombreggiata
  • La pensione deve essere munita di un sistema idrico adeguato a permettere la pulizia dei box e il deflusso delle acque sporche direttamente nelle fognature
  • I box devono essere di una misura minima di 2mq se si parla di cani di piccole dimensioni, di 4mq se invece accoglieranno cani di dimensione maggiore. Inoltre devono essere realizzati in materiale isolate così da garantire il benessere del cane, ed essere dotati di una zona coperta per ripararlo dalla pioggia
  • La pensione deve essere dotata di un’area aperta dove i cani possano trascorrere del tempo per lo sgambettamento e per socializzare
  • La struttura deve ricevere il benestare dei Servizi Veterinari, di Igiene e Sanità Pubblica dell’Asl del territorio

Oltre a questi adempimenti burocratici va poi tenuto un registro degli ospiti che accedono alla struttura stessa, con il campo per il microchip e per i dati del proprietario.

Quali sono i guadagni possibili?

E’ ovvio che chi dovesse intraprendere un’attività del genere allo scopo di ottenere un ritorno economico dovrà necessariamente redigere un piano di rientro.

In media i costi per la pensione giornaliera variano dai €15 ai €35 al giorno, e questi vanno moltiplicati per il numero di box. Vi sono poi altri elementi di cui tenere conto, quali le spese di gestione e le possibili strutture adiacenti che potrebbero impattare sul ricavo complessivo.

Partendo dal presupposto (tutto da verificare) che siate una delle poche strutture nella vostra area, l’ideale sarebbe munirsi di 40 box così da accogliere un numero valido di cani e rientrare nelle spese iniziali in un tempo non troppo elevato.

Come per quasi tutte le attività del genere anche la pensione per cani risente della stagionalità, per cui avrete dei picchi di lavoro in prossimità delle feste e dei periodi più “leggeri” durante il resto dell’anno. Questo cosa vuol dire? che dovrete probabilmente offrire dei servizi accessori per integrare i vostri guadagni.

Le collaborazioni necessarie (e quelle da considerare)

toelettatori

Una delle collaborazioni più palesi è quella con un veterinario, che sia di fiducia e si renda disponibile per venire a controllare lo stato di salute degli ospiti, specie per quelli che trascorreranno con voi parecchi giorni.

Un’altra collaborazione valida potrebbe essere quella con un educatore, nel caso si voglia offrire un servizio di training per quei cani che hanno difficoltà comportamentali.

Infine, spesso in parecchie pensioni viene offerto il servizio di toelettatura, che potrebbe essere realizzato in collaborazione con un professionista esterno che di volta in volta si poggerà alla struttura fornendo i propri servigi.

In conclusione

Come per tutte le attività imprenditoriali anche quella della pensione per cani presenta dei rischi.

I vantaggi sono principalmente legati allo stato di fatto attuale: molti cani e poche strutture alberghiere che li accettano, nonché poche pensioni che facciano concorrenza. Come per quasi tutti i mercati chi arriva primo ha la possibilità di farsi conoscere senza doversi preoccupare della concorrenza e di ritagliarsi una fetta di pubblico affezionato.

Il rischio è quello di sottostimare il lavoro e l’impegno necessari per offrire un servizio di qualità. Se non avete una passione ragguardevole per i cani, non ne conoscete le abitudini e non siete in grado di studiarne i comportamenti probabilmente non è il vostro settore.